Comunità energetiche rinnovabili

Comunità energetiche rinnovabili
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15 Ott 2022

Cosa sono le comunità energetiche, come accedere ai benefici della condivisione di energia pulita e cosa prevede la normativa?

Gli impianti di produzione condivisi

La direttiva europea RED II, emanata per favorire la realizzazione di uno scenario basato sulla autoproduzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili a km zero, prevedeva anche la possibilità per cittadini e imprese di potersi dotare di impianti condivisi.

L’Italia ha introdotto le comunità energetiche nel 2019, con l’articolo 162 del decreto Milleproroghe, in modo da permettere agli impianti condivisi non solo di produrre ma anche di fornire l’energia elettrica a più utenze.

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Chi cerca informazioni sulle comunità energetiche rinnovabili pone domande di vario genere, fra cui le più frequenti sono:

  • Come funziona la comunità energetica?
  • Chi può partecipare ad una comunità energetica?
  • Che vantaggio hanno le comunità energetiche?
  • Quante comunità energetiche ci sono in Italia?

In questo articolo potrai trovare le informazioni basilari più interessanti che è necessario conoscere in tema di comunità energetiche rinnovabili.

Come funziona la comunità energetica

L’obiettivo della normativa è quello di ottenere dei benefici per l’ambiente, diminuendo la produzione di energia da fonti fossili, attraverso l’aumento della produzione da fonti rinnovabili.

Per perseguire questo obiettivo la legge prevede degli appositi incentivi che si ottengono direttamente sul prezzo dell’energia, quando si utilizza quella prodotta dalla comunità energetica.

La caratteristica base per la nascita e l’adesione alla comunità energetica rinnovabile è la prossimità degli utilizzatori all’impianto di produzione dell’energia. Questa condizione tra l’altro permette anche di diminuire i costi per la distribuzione e la dispersione dell’energia elettrica sulle reti.

Le comunità energetiche rinnovabili, per legge, non possono avere come scopo il profitto. Per questo motivo, per ragioni di praticità e convenienza, vengono costituite prevalentemente in forma di associazione o di cooperativa

Quindi bisogna individuare le aree su cui andranno realizzati gli impianti e intorno alle quali insisterà la comunità.

Per esempio le aree possono essere tanto i tetti di un condominio, per cui poi si condivide l’energia prodotta fra gli appartamenti dello stesso condominio che aderiscono alla comunità energetica, o può essere un’area che serve una comunità di quartiere o una comunità agricola o una comunità artigianale, industriale, ecc.

Non è obbligatorio che tutti i soci della comunità siano anche produttori e proprietari degli impianti, ma possono anche essere solo utilizzatori.

Il proprietario o il produttore può anche essere uno solo o addirittura un soggetto terzo. Questa condizione è quella che determina che spesso siano gli enti pubblici ad essere promotori e sostenitori degli investimenti necessari alla realizzazione degli impianti.

Una volta che gli impianti vanno in funzione la comunità energetica può accedere agli incentivi sull’energia che verrà utilizzata dai membri della comunità, alle condizioni stabilite dalla legge.

La richiesta degli incentivi viene inoltrata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Il GSE è l’ente italiano appositamente istituito per garantire e promuovere lo sviluppo sostenibile del paese.

In conclusione

Adesso che hai le informazione generali su come funzionano le comunità energetiche rinnovabili, puoi valutare di approfondire gli aspetti che più ti interessano, nel caso voglia ottenere i vantaggi dell’autoproduzione di energia elettrica.

Noi di SAEM, grazie ad una lunga e consolidata esperienza nel settore, offriamo la garanzia di solidità e continuità necessaria per realizzare il tuo impianto fotovoltaico e per ottenere il massimo dei benefici previsti dalle agevolazioni. >> Clicca qui << e mettiti subito in contatto con noi.

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