Il fotovoltaico non rappresenta una minaccia per la natura. Vi diciamo perché
Ancora non convincono le possibilità di sviluppo del fotovoltaico in natura.
C’è chi grida allo spreco di suolo e chi sostiene che sia solo l’ennesima occasione di inquinamento.
Purtroppo si tratta di preconcetti che non hanno ragione di esistere: in questo articolo abbiamo scelto di fare finalmente chiarezza.
Così, siamo andati a rintracciare 4 documenti ufficiali di recente pubblicazione che spiegano come fotovoltaico e natura possano coesistere: investire nello sviluppo del fotovoltaico senza intaccare flora e fauna è possibile, ed è anche conveniente.
Per cominciare vediamo quali sono le tematiche più preoccupanti e come sono state affrontate con:
La lettera inviata al Governo lo scorso luglio 2020 da parte di Greenpeace, ITALIA SOLARE, Legambiente e WWF
“[…] inquinamento e cambiamenti climatici impongono un deciso cambio di passo nella crescita delle fonti rinnovabili e in particolare del solare fotovoltaico. Le installazioni purtroppo stanno procedendo a ritmi troppo lenti per raggiungere i 32 GWP di nuovi impianti solari previsti al 2030 dal Pniec, che pure appaiono sottodimensionati rispetto agli obiettivi climatici e alle potenzialità del Paese.”
Inizia così la lettera inviata al Governo lo scorso luglio 2020 da parte di Greenpeace, ITALIA SOLARE, Legambiente e WWF.
Una lettera che esprime tutta la preoccupazione per il rallentamento nelle possibilità di sviluppo del fotovoltaico e la diffusione di preconcetti legati all’installazione di impianti fotovoltaici in aree dalla resa insufficiente e che non potrebbero essere coltivate perché improduttive. Un rallentamento dovuto anche ai ritardi nelle bonifiche e al divieto di accesso agli incentivi.
Manca una chiarezza di fondo che tuteli sia le aree agricole da una diffusione smisurata di impianti fotovoltaici, sia la realizzazione di progetti fotovoltaici integrati con le colture agricole.
Alcune ricerche hanno dimostrato la permeabilità e qualità dei terreni su cui è installato un impianto, con conseguente aumento di umidità del suolo e apporto di acqua alle radici. Non è solo il terreno a giovarne. Infatti, è stato dimostrato che apicoltura e bestiame possono beneficiare delle zone d’ombra e della piantagione che nasce spontaneamente all’ombra dei pannelli.
Qui la fonte: http://italiasolare.img.musvc1.net/static/74629/documenti/ConsoleDocuments/20200716_LetteraFV_Ministri.pdf
Le linee guida del GSE per lo smaltimento
Un’altra tematica che preoccupa molto l’opinione pubblica e che vogliamo affrontare è quella relativa allo smaltimento delle componenti di impianti fotovoltaici.
Cercheremo di sintetizzare i procedimenti in poche righe.
Innanzitutto è bene sapere che tutti gli impianti sono composti prevalentemente da vetro e alluminio, materiali altamente riciclabili che consentono di raggiungere una percentuale di riciclo del 95%.
Costi e modalità di smaltimento dipendono dalle caratteristiche dell’impianto. Prima fra tutte la potenza dell’impianto, che determina categoria e modalità di smaltimento. Nel caso di un impianto residenziale, che solitamente ha una potenza non superiore ai 10kW, lo smaltimento deve essere effettuato in uno dei Centri di Raccolta dei RAEE di riferimento ed è a carico del produttore, quindi totalmente gratuito per il proprietario.
Nel caso di un impianto industriale, che solitamente supera i 10kW, vige la normativa ai sensi dell’art. 40 del D. lgs.49/2014, Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati.
Qui entra in campo una seconda caratteristica da tenere in considerazione relativa alla data di installazione. Esiste una doppia possibilità:
- Per gli impianti installati prima del 12 aprile 2014, il costo dello smaltimento è a carico del proprietario. Tuttavia, se si decide di acquistare un nuovo impianto, lo smaltimento è a carico del produttore del nuovo impianto;
- Per gli impianti installati dopo il 12 aprile 2014, lo smaltimento è a carico del produttore e il proprietario non deve sostenere alcuna spesa.
Terza e ultima caratteristica da tenere in considerazione riguarda gli incentivi statali, come il Conto Energia, per cui è previsto anche l’intervento del GSE – Gestore dei Servizi Elettrici nella gestione dello smaltimento.
Negli ultimi 10 anni di diritto all’incentivo, il GSE trattiene preventivamente una somma a copertura della corretta gestione dei rifiuti di tali pannelli che viene restituita solo in caso di dimostrazione effettiva del corretto smaltimento dell’impianto.
In caso di smaltimento o sostituzione di un singolo modulo va comunicato tempestivamente al GSE, cosicché possa trattenere un importo pari a 12€/pannello per gli impianti residenziali e 10€/pannello per gli impianti industriali.
Qui la fonte: https://www.gse.it/ricerca?q=smaltimento%20fotovoltaico
PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030
Il Piano è stato pubblicato lo scorso 21 gennaio 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico e predisposto con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“L’obiettivo dell’Italia è quello di contribuire in maniera decisiva alla realizzazione di un importante cambiamento nella politica energetica e ambientale dell’Unione Europea, attraverso l’individuazione di misure condivise che siano in grado di accompagnare anche la transizione in atto nel mondo produttivo verso il Green New Deal”. Ha dichiarato Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico.
Il Piano intende raggiungere e superare gli obiettivi dell’Unione Europea:
- Efficienza e sicurezza energetica
- Utilizzo di fonti rinnovabili
- Mercato unico dell’energia e competitività
Come intende farlo?
Attraverso 5 linee di intervento: decarbonizzazione, efficienza, sicurezza energetica, sviluppo del mercato interno dell’energia e infine ricerca, innovazione e competitività.
Questi interventi sono finalizzati a ridurre le emissioni nel settore della grande industria del 56% e nel settore terziario e dei trasporti del 35%, con un focus del 30% per le rinnovabili.
“L’ambiente verrà preservato conciliando sviluppo industriale e scelte ecologiche. Questo è l’obiettivo del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima.”
Qui la fonte: https://www.mise.gov.it/index.php/it/2040668
PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Piano è parte di una più ampia strategia ideata dal Governo a seguito della pandemia che ha minacciato fortemente l’economia del nostro Paese. Un Piano studiato e pensato per l’ammodernamento del Paese e che propone 6 missioni.
Soffermiamoci sulla Missione 2 per cui sono stati stanziati 68,6 miliardi e che, in particolare, approfondisce due tematiche di nostro interesse:
- Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità elettrica che prevede misure quali lo sviluppo agro-voltaico, la promozione e la semplificazione delle procedure relative alle rinnovabili;
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici che punta sull’aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato.
Sostenibilità è la parola chiave. Favorire l’economia circolare è il fine ultimo.
Questo sarà possibile grazie a una serie di investimenti e riforme che il Piano si propone di realizzare e portare a termine.
Qui la fonte: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_0.pdf
Due mondi, quello del fotovoltaico e del settore agricolo, che non riesco ancora ad andare di pari passo, seppur ci siano tutte le carte in regola per farlo.
In Saem crediamo nella possibilità di tutelare l’ambiente e allo stesso tempo migliorare la qualità della vita delle persone.